Domenica di gara a Gorizia per la Isonzo Bike Marathon: prima tappa del trofeo Friuli MTB Challenge. Presenti: Lara Kocjancic, Licio Della Marna, Fulvio Pittao, Oscar De Walderstein, Raul Di Ragogna, Mario Ferfoglia, Peter Carli.
Peter conquista il terzo gradino del podio di categoria Senior 1 e Lara il primo (e unico) della categoria Donne A. Quarto posto di categoria invece per Mario.
Lara Kocjancic
Appena vedo Mario in distributore, la prima roba che mi chiede è se domenica facciamo assieme la Vertikal Ring. Questo diventerà il pensiero fisso di tutta la gara! Dopo aver visto che passavo tutti in salita mi son detta “Perché no? Ara che ben che vado! Se pol provar!”.
Partenza per tutti in ultima griglia perché era tipo “chi primo arriva meglio alloggia”. Solo Peter Carli era davanti con Simon Gergolet (paraculati sicuramente! ndR). Prima salita su asfalto fatta in piena a cercare qualche fisico femminile da seguire, puntare e tenere d’occhio: Niente.. Neanche una baba?! Solo Fulvio! Inizia la prima discesa in sterrato e sento un tonfo. Guardo e non c’è più la borraccia. Cosa faccio? Torno indietro o vado avanti? Si va avanti!
Poi scopro che in un punto in cui passavi due volte c’era il ristoro. Resto da sola. Inizio a preoccuparmi. Poi arriva la prima salita con fango e scopro dove sono tutti quanti: a sburtar! Ogni tanto qualcuno cercava di pedalare per poi fermarsi dopo 5 metri. Un signore anzianotto ha azzardato anche un “dai amore su muoviti”, restituito tale e quale poco dopo in salita mentre lo superavo!
Arriva finalmente lo sterrato e le discese sterrate dove trovo i soliti ometti “machi” che mi superano per poi finir per terra in curva.
Ad un certo punto sento un rumore tipo “monede in scarsela” e cerco di individuare da dove arriva. Scopro che il mio perno passante della ruota posteriore è mollo. Merda. Proprio quella rondella rotta il venerdì prima e che mio papà aveva aggiustato in modo artigianale dicendo “questo sicuro no se rompi”.
Mi fermo, lo chiudo ma dopo poco si riapre. Poi iniziano le discese tecniche dove super Licio, nella prova della gara di giovedì, mi ha fatto da guida e che sono riuscita a fare scendendo forse due volte.
Arriva l’asfalto: ok, manca poco. 4 km infiniti con gira di qua, gira di là. Ad un certo punto scalinata…in salita! 😱 E cosa xe sta roba? Mi no go mai fatto! Eh bon provemo ah! Provo il primo e va. Che culo, penso. Provo il secondo e va anche quello. Davanti a me, quattro ometti scendono. Li passo col ghigno! Sento dietro di me: “vara che brave le donne”. Basta… mi emoziono e gli ultimi tre scalini devo farli a piedi. E poi finalmente l’arrivo e finalmente…acqua!
Raul Di Ragogna
Convinto all’ultimo da Iure, decido di farmi la tessera ACSI proprio in occasione della Isonzo Bike Marathon. Dopo aver provato il percorso giovedì, mi iscrivo alla gara. Il giorno prima mi è venuta la brillante idea di andare a vedere l’arrivo del tour di Slovenia sul Monte Santo (Sveta Gora): salita molto impegnativa con gli ultimi 2.7 Km al 13.7% e al ritorno, una menzione particolare spetta al percorso da enduro che da Monte Santo porta a Zogica.
Ma tornando alla gara; dopo esser partito assieme a tutti i miei compagni nelle ultime posizioni affronto la prima salita sull’asfalto che porta ad Oslavia, dove si cerca di guadagnare più posizioni possibili. Il cardio è già alle stelle, cosa che rimarrà così per tutto il resto della gara. Concludo la gara con i crampi al vasto mediale e al polpaccio, ma con un mese di preparazione posso dire di essere molto soddisfatto, non si può che migliorare!
Mario Ferfoglia
Sono contento del risultato perché le sensazioni non erano buone e pensavo di essere molto più indietro in classifica. Comunque i primi tre erano imprendibili. Dopo la prova di giovedì ero preoccupato perché c’erano alcune discese fangose molto tecniche. Invece in gara il terreno è migliorato e le ho fatte tutte in sella stupendomi di me stesso. Alla fine un positivo quarto posto di categoria.
Licio Della Marna
Partiamo col riscaldamento: tutti dietro a Lara che spartiva istruzioni su cadenza, soglia ecc. Io li ho dovuti lasciare qualche minuto per poter fare un giro in bagno (meglio scaricare anche se solo 200g, in gara te va piu’ forte 🙂 ).
Ci si ritrova in griglia, forse un pelo tardi essendo già ben piena. Possiamo vedere Peter più di qualche fila avanti insieme a Simon (paraculati… lo abbiamo già detto? ndR), poco dopo arrivano i nostri e dopo ancora gli Eppinger.
Fulvio fa: “femose una foto adesso che se vedi che Simone Sandri e Miran Bole xe drio de noi, che sara’ l’unico momento della gara!”
Partenza: ci aspetta qualche Km dietro alla macchina prima di poter accelerare, alla destra vedo gli Eppinger che guadagnano posizioni pedalando sul marciapiede.
Io sono momentaneamente imbottigliato, ma appena inizia la salita apro il gas anch’io e mi metto a ruota dell’amico Sandri. Almeno per un po’ mi fa da lepre ma appena si entra nel bosco non lo vedo più. Qui il primo che mette il piede a terra fa fermare tutti, inizia il trenino di corsetta a piedi nel fango in salita.
Qui c’è poca storia, se non le infinite imprecazioni verso il fango sui pedali che ti fanno perdere minuti preziosi di pedalate al momento dell’aggancio. Mi dico: Licio, bisogna far un poco di ciclocross invernale qua!
Inizia qualche breve spianata con evidenti pozzanghere o meglio, laghetti in mezzo al sentiero. Tutti impazziti a pedalare. Io ho provato il percorso giovedì scorso e so che non devo entrare nell’acqua ma… a destra è pieno di bici, a sinistra anche, una spallata e… dritto dentro!
Morale? Scena perfetta per TicToc, quando vedi il ciclista in procinto di entrare nella pozzanghera e poco dopo lo vedi sparire sott’acqua.
Ho fatto un bel bagno e purtroppo mi porto dietro anche un danno: il comando delle sospensioni si è staccato dal manubrio e d’ora in poi potrò gestirlo solo con la mano opposta (destra) cercandolo mentre fluttua nell’aria.
La gara prosegue alternando qualche sterratone e qualche single track nel fango e grazie a Dio ce n’è un po’ meno rispetto a giovedi’ scorso ma comunque sempre abbastanza fastidioso in salita.
Siamo ad una delle ultime salite di asfalto: mi supera uno con una biammortizzata di 15 anni ancora con la doppia corona che mi fa: ”vedemo se te me becchi ancora!” mentre io pensavo “Ma questo chi xe? cossa el vol???” Sta per iniziare la discesa con paraboliche e drop quindi accelero come un forsennato per imboccare la discesa davanti. Lo brucio agevolmente col mio mezzo ipertecnologico e lo risento: ”va ben, ma te son bravo in discesa?” e io “Boh, abbastanza dai”. Dopo 150m: ”Spostite dei, che vado avanti’… e penso “Eh bon ah! femolo passar, tanto non vinzo el salame se ghe rivo davanti”. Mi passa. Mai piu’ visto.
Si prosegue tra single track bellissimi nel bosco e presto si arriva all’asfalto della citta’ di Gorizia: vedo in lontananza un corridore, da passista quale sono sento che le gambe mi possono supportare e decido di dare tutto per raggiungerlo. Lo raggiungo con fatica e mi metto in scia. Dopo qualche curva arriva un tratto con scalini in salita: li facciamo entrambi in sella ma…. la tecnica dell’avversario è migliore della mia e mi stacca…. da li’ non c’è stata più storia.
Concludo con un buon tempo e 12° di categoria anche se, come sempre dico sempre: potevo fare di piu’.
Sono contento di aver gestito la gara anche con un recupero in partenza che mi ha permesso di arrivare davanti a Raul (risultato inaspettato) e di prendere 5 minuti da Sandri che, a detta sua, è un risultatone.
Peter Carli
Tutto sommato, alla fine, è andata bene. Con la paura di fare a piedi la seconda salita, come poi anche è stato, ho deciso di rischiare, spingendo al massimo sulla prima salita in asfalto, riuscendo a portarmi nelle prime 20 posizioni. Non c’è molto da commentare, ad accezione che ad un certo punto ho anche pensato di mollare, sentivo le gambe appesantite. Soffro molto nelle gare corte. Fortunatamente in salita, dove credo di andare bene, verso la fine ho recuperato alcune posizioni riuscendo a posizionarmi 11° assoluto e terzo di categoria.
Fulvio Pittao
Primi caldi veri: ho patito molto.
Arrivati a Gorizia chiedo a Mario, visto che l’ha provata in settimana, com’è il percorso. Risposta: “dura e tecnica”. L’avevo fatta nel 2019 e non la ricordavo molto tecnica! Cerco un secondo parere e chiedo conferma a Licio che mi fa: “un pezzo in un tipo bike park. Salti, ma che si possono evitare. Uno un pò problematico non l’ho fatto”😱
Se lui no lo ha fatto allora di sicuro è proibitivo. Con questa premessa vado in griglia dopo il riscaldamento. Purtroppo arriviamo tardi e siamo in fondo, praticamente ultimi. Ma arrivando gli Eppinger che sono ancora più ultimi! Merita un foto per immortalare il momento di esser almeno una volta davanti a loro!
Si parte dietro la macchina per i primi km su asfalto poi via libera e…sterratoni…. ma subito la prima salita… ancora fangosa…. già vedo persone scendere e spingere. Provo. Si riesce a farla piano ma si forma l’inevitabile ingorgo e tutti finiscono a piedi nel fango con i soliti commenti e bestemmie.
Poi via per altri sterratoni e discese per fortuna più asciutte. Mi aspetto da un momento all’altro sempre quei tecnicismi paventati da Mario e Licio.
Comincia a far caldo. Gli strappi tra le vigne sotto il sole sono pesanti e capisco che oggi penserò solo ad arrivare in fondo.
Giungo alla parte tecnica con il pensiero di Licio e ai salti ma invece il tratto si dimostra divertente, anzi: la parte più bella el percorso. Raggiungo Oscar e decidiamo, a 5km dall’arrivo, di tagliare assieme il traguardo per una bella foto. Peccato che non ci fosse nessun fotografo a immortalarci. Del resto siamo verso la fine e i pezzi da novanta sono ben che arrivati e pure stufi di aspettare. Beh sarà per la prossima volta. Alla fine l’importante è essere presenti, bella compagnia…e via!
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