Badkleinkirchheim

Sabato mattina, tampone negativo si può partire, viaggio mordi e fuggi alla volta della ridente Badkleinkirchheim.

Ridente neanche tanto: il passaggio in terra Austriaca già fa capire che sarà un weekend molto umido e viaggiando verso la località termale più che in auto mi sembra di essere un salmone che risale la corrente. Nonostante l’ulteriore difficoltà arrivo alla meta e riesco a ritirare un pacco gara abbastanza soddisfacente, visti i tempi.

In serata mi raggiuge il compagno d’avventura Marco Pascolo conosciuto per caso 5 anni fa e ormai compagno fisso nelle avventure dell’Alpe Adria Tour. Da corridore serio (oltre che furlân) chiede una cena ricca di carboidrati che però sarà galeotta. La nottata richiede infatti al mio amico numerosi scali in bagno ed una nottata non delle migliori per entrambi. Nonostante ciò Marco si sveglia gajardo all’alba, recupera il pacco gara ed alle 7 è gia pronto per la gara. Purtroppo le rigidissime quanto assurde norme “Coviddi” (poiché la popolazione di Bad neanche si sogna di indossare mascherine) ci impongono una partenza a più di un’ ora di distanza uno dall’altro. Io con una certa calma mi avvio alla partenza e chiaramente inizia a piovere. Si entra in griglia con mascherina solo 5 minuti prima della partenza schierati un po’ come nella motoGP ma poco importa poiché fino ai tratti cronometrati ognuno procede al suo ritmo. lo comunque sono ansioso di finire quanto prima per evitare i previsti temporali e mi accodo fino alla prima salita ad un trenino abbastanza veloce di 4 corridori. Si svolta a sinistra e la strada sale subito decisa, anche se nei primi chilometri ci sono frequenti spianate. Al primo vero drittone, dopo aver assorbito già parecchia acqua sia dal cielo che dalle ruote dei compagni di avventura, capisco che sarà una giornata dura: prima del primo tornante inizio ad aver già le prime visioni. Innesto un rapporto agile che mi accompagnerà per tutte e due le salite over 2000 mentre una gazzella, che poi sarà 7o assoluto, mi sorpassa con un certa facilità.

La salita è davvero lunga ma riesco a dosare le energie grazie ai cartelli sui tornanti indicanti l’altitudine. Dopo 58 minuti di sofferenza giungo al primo dei 3 traguardi. Infilo i guanti invernali e chiudo l’antipioggia e prima di essere raggiunto dai pinguini scendo celermente al secondo checkpoint. Nonostante la rapida discesa pedalando a vuoto per rimaner caldo, sento le gambe davvero dure. E il risultato lo confermerà con una media ancora più bassa. Arrivato in vetta, nonostante il freddo, mi impongo una sosta foto come reportage per Jure (che ringrazia ndR). Brontolo perché fatico a rimettere il cellulare in tasca e a chiudere tutti i varchi all’aria fredda. Inizio la lunga discesa che grazie ad un bel ritmo riesco a fare senza patire freddo. Scendendo verso Spittal cessa pure di piovere: un miracolo, viste le previsioni , che durerà quasi fin sul traguardo.

La bellezza di questa tipologia di gare mi permette di fare altre soste senza stress per liberarmi del vestiario ed alimentarmi. Dopo 70km di totale solitudine finalmente ritrovo una bella locomotiva che mi traina fino a Radenthein. Per strada mi godo pure il paesaggio ed il Millstätter See. Ultima fatica, la meno adatta a me però ce la metto tutta e nonostante la stanchezza riesco a far il crono migliore. Poco importa a livello di risultato ma sono felice per come termino la mia fatica, mentre Marco, che non vede l’ora di riabbracciare moglie e figli, sfreccia già lavato con la sua macchina ma non prima di chiedermi se avessi bisogno di acqua o gel.

Strizzo gli stracci mi lavo salto in auto per il clou del giro turistico spesa di gurktaler in uno de pochi Interspar aperti la domenica pieno di gasolio a bon prezzo, che danno un senso a questo mio viaggio 😜

Andrea Furlan

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