Domenica 16 maggio 2021, dopo una settimana di piogge anche intense e un meteo davvero poco raccomandabile, 7 atleti MBC (Federica “Bazzooka” Bazzocchi, Daniele “Iure” Iurissevich, Deborah “Kiosko” Zidarich, Andrea Furlan, Raoul Boscarol, Piero Boldrini, Sandro Cok) accompagnati dagli amici Michele Leo e Mauro Zerial, hanno sfidato la sorte confidenti nella mattinata di sole per presentarsi alle griglie di partenza della Corsa per Haiti 2021 a Cividale del Friuli.
La gara di quest’anno ripresenta il format classico delle scorse edizioni ma con un percorso nuovo: una Mediofondo con 100Km e circa 1400m di dislivello e la Granfondo da 150Km con 2500m di dislivello attraverso le valli del Natisone, toccando Castelmonte e, nella versione “lunga”, anche il Matajur.
Solo Bazzooka ha perseverato nella scelta originaria di intraprendere la cavalcata della lunga Granfondo mentre gli altri (chi all’ultimo minuto, chi ben convinto fin dalla partenza) hanno optato per la Mediofondo da 100Km, complice in parte lo scoppio improvviso di un acquazzone pochi kilometri prima del bivio.
Questo suo coraggio è stato ricompensato con un secondo posto di categoria e un 4o posto assoluto tra le donne, in uno sprint finale al cardiopalma.
Bazzooka: “Dopo un sabato passato in uno stato psicofisico patologico ingurgitando carboidrati, la mattina di domenica io e il mio autista (il fidanzato Michel Fabris ndR) partiamo verso Cividale col nostro solito ritardo e così, come sempre, ci ritroviamo ultimi nell’ultima griglia: alle nostre spalle quasi il vuoto.
Il mio autista se ne frega perché è sicuro del suo recupero nei primi km di gara (arriverà infatti 18mo nella medio fondo) mentre io…sorvoliamo…
In partenza è la solita bagarre: le cadute (altrui per fortuna) iniziano subito.
Per 30Km ho due chiodi fissi: ‘non cadere’ e ‘quanto sono indietro’.
La prima salita passa via relativamente veloce e ho la fortuna di scollinare con un’altra donna accompagnata da due amici. A quel punto il mio obiettivo è non mollarli!
Non so se mi guardano male ma quando sanno che voglio far la lunga gli divento indubbiamente più simpatica.
All’avvicinarsi del bivio per la lunga, due gocce d’acqua mi sembrano un ottimo suggerimento per girare verso il traguardo ma poi penso che Iure e Deborah sono nella stessa barca (del lungo) e quindi… dai…giriamo verso su!
Affronto il Matajur a passo costante senza cercare miracoli. Lo scollinamento sarebbe stato decisamente più festoso se non avesse iniziato a piovere…e piovere anche molto bene.
Ultima salitella da 10 minuti e poi proprio la discesa peggiore, per giunta sotto la pioggia e qui tutte le mie non-doti da discesista si son fatte vedere.
Sul finale, con una tecnica di guida davvero invidiabile, arriva un’altra donna che avevo superato in salita. I suoi gregari la stanno aspettando (si…”gregari” al plurale… perché il leit motiv di questa edizione è stato il gregariato spregiudicato per le donne) per cui mi aggancio.
Man mano si forma un bel gruppetto. Intuisco che vorrebbero mollarmi per strada e sono tentata dall’assicurare loro che tanto le volate non le so fare, ma mi sembrava poco ‘agonistico’.
Tento un attacco nell’ultimo strappetto sperando di andar via con altri due: illusa.
-2Km, -1Km ,-200 m…esco dalla curva prima del traguardo talmente male che l’altra donna del gruppo poteva bere il caffè nel frattempo e cosi’, allo sprint finale, mi sono fatta soffiare il terzo posto assoluto per… un soffio appunto.
Porto comunque a casa, in primis la pellaccia (che dopo il Matajur non era scontato!) e poi un quarto posto assoluto e un secondo posto di categoria.
In fede…Fede”
Iure: “Ero iscritto già da un pò di tempo. La tecnica è sempre la stessa: iscriviti e paga quando ne sei convinto perché man mano che la data della gara si avvicina, le convinzioni spariscono e lasciano il posto ai soliti dubbi: “ma sarò pronto?” – “Ma riuscirò almeno a finirla?” – “Sarò in forma?” – “Noo…sveglia prestissimo…ma ci saranno i bagni?”
Pertanto, quando a inizio settimana il tamtam sui gruppi Whatsapp facevano presagire pioggia a catinelle, ormai il danno era fatto e non ci si poteva tirare indietro.
Osmer dava pioggia tutta la settimana. Qualche ottimista cercava consolazione scavando un sito meteo più clemente: “magari se metto Udine nord come città, vengono fuori meno iconcine con l’ombrello”.
I sotterfugi non servivano, tanto che ormai mi ero quasi rassegnato a rinunciare alla partenza e stavo già facendo i conti se fossi rientrato del costo di iscrizione vendendo su Ebay il contenuto del pacco gara: “se riesco a scavare anche due porzioni del pasta party, forse vado quasi in pari”.
Il giorno prima inizio il carico di carboidrati. L’allenatore, in un attacco di megalomania mi messaggia “mi raccomando, almeno 500g di pasta tutto il giorno”. Stica…500 grammi? Ho una bici da 6 kili e mezzo e vado a ingurgitare mezzo chilo di pasta che domani si trasformeranno in mezzo chilo di… beh… di zavorra? Mi sacrifico per il bene del glicogeno sperando in una massiccia presenza di bagni chimici nei paraggi dell’area di gara.
Fortunatamente, la mattina della gara il cielo era limpido e soleggiato con qualche nuvola in lontananza che poteva minacciare pioggia in tarda mattinata ma niente da giustificare un ritiro dell’ultimo minuto (e soprattutto bagni chimici presenti).
Pertanto, alla fine, ci siamo ritrovati tutti schierati in griglia con le ruote ognuno sulla propria “x” segnata col gessetto a terra a distanze di sicurezza.
Mauro Zerial faceva lo gnorri avanzando di straforo e segnando “x” fasulle per terra sgomitando con altri ciclisti per accaparrarsi un posto in parterre.
Alla manifestazione era presente anche Tommaso Elettrico: peccato. Sfumata la possibilità di podio.
Alle 8:30 fischia il segnale di inizio. Una fiumana scalciante di ciclisti in sella ai loro bolidi da migliaia di euro si invola tra le strade di Cividale. Un mare di carbonio e carne umana a 50 kilometri all’ora, schivando rotonde, marciapiedi e altri ciclisti sventurati che capitombolavano già nei primi kilometri.
L’unico pensiero in questa fase concitata della gara è quello di sopravvivere e cercare di portarsi più avanti possibile per accodarsi al gruppo più congeniale.
Piero e Mauro, spariscono quasi subito alla vista.
Vedo Fede e cerco di accodarmi, ma troppi watt ci separano.
Spingo sui pedali cercando le scie e spremendo i mitocondri fino all’ultima molecola di ossigeno. Mi ritrovo in gruppo con Deborah e Michele Leo. Un tipo decisamente poco galantuomo si mette a sinistra chiedendo un cambio a Deborah. Ma che cavolo? Mi porto avanti io al suo posto. Dopo un po mi giro e c’è solo Michele. “Li abbiamo persi mi sa. Come galanteria non ha funzionato un granché”. Dopo 30Km a manetta (penso di aver buttato un occhio al Garmin e aver visto un Z8 sul display per qualche istante) inizia la salita… Non avrei mai pensato di dirlo ma…benedetta salita! Finalmente posso concentrarmi sul mio passo e mantenere un regime costante.
Scollino Castelmonte avendo guadagnato un pò di posizioni. Inizia il vallonato che corre lungo tutte le cime a ridosso del confine Italia-Slovenia. A est scorre il fiume Judrio e a ovest si apre la Valle del Natisone.
Paesaggi bucolici attraversando paesini sperduti. In strada qualche ragazzo che incita, un paio di podisti che ci fanno i complimenti: contraccambio.
Addirittura una banda cittadina! Cavolo. La prendono proprio sul serio da queste parti. In fondo è una Granfondo (scusate il gioco di parole) abbastanza grande, se pensiamo che il sopracitato Tommaso Elettrico si è scomodato per venire qui a Cividale a rischiare di prendere secchiate di pioggia.
Dopo 62Km, due ore di gara e svariati gel e barrette, iniziano i tornanti che portano giù a valle. Finita la discesa, presa con molta cautela a causa dell’asfalto rovinato e bagnato, si arriva a Clodig e da li poi sarà una lunga cavalcata fino a Pulfero. E’ qui che cadono le prime gocce di pioggia, anzi, chiamiamolo proprio col il suo nome: un acquazzone vero e proprio.
Se fino ad ora avevo avuto tutto il tempo di meditare sul dubbio se rimanere fedele all’idea originale di fare la “lunga” o di optare per la scelta di comodo della “corta”, questa è stata la goccia che ha fatto traboccare… anzi no… la goccia che ha fatto pendere la bilancia verso la Mediofondo.. e di gocce, in quel momento, ne avevo a secchiate.
A Pulfero il bivio maledetto: a destra gli eroi, a sinistra i mediocri. Giro a sinistra.
Dopo un metro sono già pentito. Scriveranno nel mio epitaffio: “qui giace Iure, quello che per due gocce d’acqua ha scelto la corta”.
Ormai il dado è tratto (e per giunta ha smesso di piovere) quindi non resta altro che portare a termine questa gara nel migliore dei modi.
La gamba è buona, anche perché era “calibrata” sul percorso da 150Km, ma soprattutto sulla salita da 50 minuti verso il Matajur. Ormai la salita non si fa più, pertanto cerco di spremermi almeno in piano.
Io e un paio di altri atleti entriamo in sintonia e iniziamo una serie di cambi regolari. Si viaggia decisamente bene. Nessuno si tira indietro e riusciamo a far scorrere veloce l’asfalto sotto i nostri tubolari. Arrivano i primi cartelli dell’arrivo: 5Km, 4Km. Poi inizia di nuovo a piovere, ma ormai chissenefrega. Viaggiamo talmente veloci che l’acqua nemmeno si attacca. Gli ultimi 300m: curva e poi sprint finale. E che cavolo! Non ce lo giochiamo uno sprint finale per i fotografi?
Taglio il traguardo in un tempo, a mio avviso, dignitoso anche se questo non migliora di molto la mia autostima. Speriamo almeno che la foto sia venuta bene!
Le gambe erano e sono rimaste brillanti. Posso dire che come prova generale della Sportful di giugno posso ritenermi soddisfatto. Ho amato la salita più del piano e li si che le salite saranno le padrone.“
Piero: “Sarò (insolitamente) breve e conciso: Prima gara dopo più di un anno e per giunta reduce dal COVID. Ci voleva una gara “zero” per ripartire.
Le sensazioni si sono rivelate buone anche se la bici da strada è davvero un altro sport rispetto alla MTB: subentrano le strategie, la ricerca della scia e ci vuole decisamente coraggio a stare in gruppi di decine di atleti a più di 50 all’ora. Se non si è abituati è davvero difficile e snervante. Comunque è stata una buona giornata. Sguardo basso e menare..sempre!“
Classifica MedioFondo:
Andrea Furlan | 92ass | 15cat | 3:14:31 |
Raoul Boscarol | 93ass | 16cat | 3:14:31 |
Piero Boldrini | 109ass | 20cat | 3:18:50 |
Alessandro Cok | 115ass | 13cat | 3:18:54 |
Daniele Iurissevich | 159ass | 25cat | 3:29:06 |
Deborah Zidarich | 197ass | 9cat | 3:38:14 |
Classifica GranFondo:
Federica Bazzocchi | 73ass | 2cat | 5:17:22 |