Sabato 8 maggio 2021, sette atleti si sono dati appuntamento a Latisana per la prima edizione della Timent XC Cross River, una gara Cross Country su un circuito di 9Km, ripetuto per 4 volte, lungo gli argini del vicino fiume Tagliamento.
L’orario di partenza è inconsueto: le 15:30, pertanto i preparativi e il trasferimento possono svolgersi con calma con una partenza rilassante da Trieste alle 12:15 in una carovana di automobili. I partecipanti: un agguerritissimo Peter Carli, desideroso di rifarsi dalla prestazione (a detta sua) poco soddisfacente della Moreniche Bike Race; Oscar DeWalderstein che, dopo aver svernato in montagna come maestro di sci, decide di transumare in pianura per montare in sella alla bici; Massimo Minca, in piena forma e desideroso di mettersi alla prova nella stessa categoria di Peter e cercare di soffiargli qualche minuto rispetto il piazzamento della scorsa gara; Licio Della Marna che è saltato all’ultimo minuto sul treno della gara regolarizzando in extremis certificato medico e tessera ACSI (indispensabili per la partecipazione) pur di far parte di questa compagnia; Fulvio Pittao, sempre disponibile e pronto ad imbarcarsi con entusiasmo in una nuova avventura agonistica; Lara Kocjancic che trova ogni scusa buona per abbandonare Christian da solo in Gelateria Arnoldo; Daniele “Iure” Iurissevich, che è qui a scrivere le memorie di questa giornata.
Consegniamo le ormai consuete autocertificazioni COVID per noi e le nostre consorti accompagnatrici e tifose e finalmente possiamo entrare nell’area di gara per ritirare chip, pettorali e pacchi gara. Siamo in buon anticipo quindi possiamo tranquillamente concederci il lusso di un giro di prova del percorso. Incrociamo Giuliano Rosini: “Giao Giuly! Com’è il percorso? Tecnico?” – “Se lo facevamo in bici da corsa era uguale” – “Bene!”.
All’orizzonte: pianura a perdita d’occhio. Difficile accumulare dislivello in questo contesto, è evidente. Confidiamo in qualche single track lungo il Tagliamento.
“STENG!” – “Cos’è stato?” – “Noo… mi si è rotto un raggio!” – “E’ un buonauspicio. Bon dai.. Ne hai un’altra decina. Basteranno. Dicono che non sia tanto tecnico”.
Si parte dalla piazza della città e dopo una prima serpentina fettucciata nel vicino parco cittadino, si sale sull’argine. Altro ghirigoro, giù poi su e poi… il cartello della morte: “Attenzione! Discesa tecnica”…. AIUTO!
Curva… discesa…curva e dentro nella boscaglia. Si, ok…ma la morte? Boh. Si saranno sbagliati. Si continua a pedalare. Siamo sempre nel giro di prova, ma Iure non lo sa e tira 300W fissi. Massimo dietro: “Ma xe iniziada za la gara?” – “Ma no, giretto easy di richiamo giusto per…. SPLASH…ma che ca….. ??! Le scarpe! Mi si sono macchiate le scarpe!”
Ben presto i nostri protagonisti comprenderanno a loro spese che le macchiette di fango sulle scarpe sarebbero state l’ultimo dei loro problemi.
Il percorso procede per buona parte in single track con qualche slalom, dossi, fango, lunghi tratti d’erba (e fango), poi di nuovo nella boscaglia (e nel fango), qualche altro ghirigoro divertente (con fango) poi di nuovo sterratoni (e fango) per ritornare in cima all’argine, girare in città (senza fango) e ricominciare il giro. Questo per 4 volte.
Ormai siamo in ballo e quindi balliamo. Alle 15:30 vengono create le griglie. Distanza di sicurezza? COVID? Machissene. Le mascherine trendy calate sulla bocca per la foto ricordo del 2021: praticamente un’accozzaglia impersonale di esseri umani indistinti tra casco, occhiali e mascherina calati sul viso, riconoscibili a malapena solo dai colori della divisa e delle bici. “Vedo che le Supercaliber vanno un casino quest’anno”.
“(fiiiiiiii) In griglia emme uno per favore (fiiiiiiiiii) venga qui Pippo Pluto Paperino Paperone Paperoga Supercazzola (fiiiiiiiiiii) Superpippo…..” – “Ma che è? Ci stanno chiamando uno ad uno? Ma siamo in 350?! Non si sente una mazza!”
“(fiiiiiiiii)….e poi ancora…(fiiiiiiiiiii)…Topolino Topogigio Toporagno Tomacastagna Tomegerri Tomtom…..”
“Ha chiamato Tomegerri per caso?” – “Non so… non si sente niente”
Dopo il lungo appello al megafono, le griglie sono composte e arriva finalmente l’ora della partenza sotto un sole cocente. Parte il primo gruppo: musichetta pseudo trionfale. Parte il secondo con il relativo jingle. E’ il turno di Peter e Massimo. Poi il terzo e via via fino al nostro turno. Via a bomba! Iure, Licio e Fulvio. Dopo partiranno Oscar e Lara. Dopo neanche centro metri già il primo infortunato: uno cade a terra in fronte al gruppo generando il panico. Gente in estasi agonistica gli passa sopra con noncuranza “scusa scusa…emme quattro….”. Qualcuno azzarda un bunny hop sopra l’ostacolo dolorante: bunny hop fallito. Peccato…. bisognava caricare meglio il posteriore.
Arriviamo alla “discesa della morte”: Boh. Io sta morte continuo a non vederla. In compenso arriva il primo single track e il primo ingorgo. Qualche cretino all’urlo di “largo largo” vuole a tutti i costi passare nonostante davanti sia un casino. Risultato: numerosi atleti che si stavano apprestando a intraprendere la prima rampa costretti a fermarsi e quindi a scendere e spingere e così la locomotiva Licio prende il volo: bye bye. Iure bestemmia e ritorna in sella: obiettivo Licio….seek and destroy.
Lezione numero uno: “In caso di pozzanghera lungo il percorso, cercare di prendere una traiettoria laterale, possibilmente sull’erba e cercare di evitare il centro dell’ostacolo”. Iure prende “alla lettera” la lezione e cecchina in centro perfetto la prima pozzanghera. “Merda! Le scarpe!”
Licio continua la sua cavalcata inesorabile verso l’olimpo dei vincenti. Iure invece, il lento declino dei perdenti. Licio non è più a vista. Ma c’è un sostituto: Paolo Cherin, la nuova lepre.
Lezione numero due: Il secondo giro va fatto meglio del primo: qui bisogna stare a destra perché dopo c’è il fango, qui bisogna scalare perchè tra poco c’è la rampa dopo la curva, qui bisogna tirare, qui bisogna cercare di stare a sinistra…. qui c’è la pozzanghera della lezione numero uno. Nel frattempo, da dietro: “a destra a destra…emme sei…” – “Emme stoc@##zzo, adesso aspetti la fine del single track: lezione numero tre”.
Al terzo giro la fatica è già tanta. I kilometri sono pochi, ma il cuore non lo sa e sono 50 minuti che pompa sangue al ritmo medio di 170 battiti al minuto e oltre. Siamo a metà strada… merda… appena?! Inizia la fase dell’introspezione: “Ma chi me l’ha fatto fare; Cosa volevi fare tu?? La lunga alla Haiti?? Neanche un’ora e già stai per morire. Ma dove vuoi andare tu? Ma stai a casa a guardare Netflix con le patatine in divano piuttosto”. Insomma: il solito schema.
Il quarto e ultimo giro va fatto inevitabilmente in crescendo, almeno nelle intenzioni con la testa. Le gambe però non lo sanno e vanno invece in decrescendo. Ultimo sforzo. Concentrato. Qui a destra, qui a sinistra. Qui giù tutto. Si arriva in centro città. E’ l’ora della volata inutile di orgoglio: a manetta fino al traguardo, a spallate con un tizio X, probabilmente anche di un’altra categoria, ma chissenefrega. Tagliare il traguardo…è questo che conta.
Fine dei giochi. Le gambe preannunciavano un inizio di crampo, ma per fortuna è stato solo un fuoco di paglia. Bene! Gli allenamenti sono serviti almeno a questo.
Ci raduniamo tutti accanto ad una fontana come dei golem di terracotta, completamente coperti di fango misto sabbia per darci una veloce sciacquata. “Com’è andata?” – “Mmm… così così… tu?” – “Io bene”.
Peter è contento. Lara e Fulvio un pò meno perché li hanno fermati al terzo giro. Licio benissimo se nonché, all’ultima curva in città è andato giù lungo e si è abraso il braccio sull’asfalto. Oscar ha abbandonato al primo giro per problemi tecnici. Massimo è impaziente di consegnare il chip e rientrare dei soldi della caparra. Questo suo attacco di venalità lo porterà ad essere escluso dalla foto di gruppo. Raccattiamo Licio da sotto i ferri degli infermieri dell’ambulanza e ci mettiamo in posa per la bella foto ricordo. Cheeeeeese. “Grazie” – “Dove ve la mando la foto?” – “Beh ti posso dare il numero di telefono oppure vai sulla nostra pagina Facebook e ce la mandi li” – “Ok, ve la mando li, tranquilli” – “Ci conto! GRAZIE!”.
Mai più visto.
Nessun podio di sicuro, quindi possiamo avviarci alle macchine. Le liste d’arrivo non sono esposte. Arriveranno il giorno dopo sul sito Endu con tante (brutte) sorprese:
A Iure non hanno conteggiato il 4° giro e a Lara non hanno conteggiato nemmeno il 3° giro, nonostante i tempi siano inferiori ad altri atleti inseriti in classifica con il 4° giro (e il terzo) con tempi superiori. Gli organizzatori Sagitta Bike ASD hanno riconosciuto il problema e rigirato a MySDAM la domanda, quindi per il momento rimarremo con il dubbio e con un bel pò di amaro in bocca in attesa di chiarimenti.
Aggiornamento del 11 maggio 2021:
MySDAM ha riconosciuto l’errore e aggiornato le classifiche con i tempi corretti:
M4
Della Marna Licio 21°cat 1:39:07 (4 giri)
Iurissevich Daniele 30°cat 1:40:39 (4 giri)
Pittao Fulvio 48°cat 1:24:29 (3 giri)
M1
Carli Peter 10°cat 1:31:13 (4 giri)
Minca Massimo 23°cat 1:36:37 (4 giri)
WOMAN
Kocjancic Lara 5°cat 01:25:58 (3 giri)
Un grazie ad Alessandro Billiani per le foto della gara