E’ un anno strano questo 2020, ammettiamolo. Il COVID-19 ha cambiato le nostre vite, il nostro modo di relazionarci, ma soprattutto il nostro calendario gare, mandando a monte mesi di pianificazioni e allenamenti.
Appena adesso, in queste caldissime giornate di agosto, si iniziano a correre le prime marathon dell’anno, dopo una breve parentesi istriana a giugno che ha visto Raul Di Ragogna, Oscar De Walderstein e Licio Della Marna correre alla Helter Skelter MTB Marathon a Rabac.
Il 2 agosto si è corsa la Pedalonga 2020 con protagonisti i nostri Licio Della Marna in coppia con l’inossidabile Livio Turitto:
“Io e Licio ci eravamo iscritti già tempo fa, ma poi è andato tutto nel dimenticatoio, in assenza di gare, tra corona virus, rulli e gare virtuali… e poi chi, come me, se l’è presa comoda rimanendo sempre su “giri morbidi”.
E’ stato quel giorno che sono andato sul Taiano con i Deanboys che ho capito che non c’era “trippa per gatti” e da lì ho deciso per una telefonata a Licio dove, piangendo e facendo leva sull’età, sul poco allenamento, sul peso eccessivo, sulla bici non idonea, sulla piaga delle cavallette, sul recente alluvione, sono riuscito a convincerlo che non sarei riuscito a fare la gara con lui.
Licio ha così iniziato la timida ricerca di un compagno di rimpiazzo sfruttando i canali social della squadra: i sensi di colpa però mi stavano divorando, ma la vera svolta è stata quando la padrona di casa (leggi “moglie” ndR) è riuscita a combinare le ferie proprio il giorno della gara. Ed io: “siii amore!”. Zitto zitto ho ri-telefonado a Licio confessando che eravamo fatti l’uno per l’altra.. ehm… altro…e che eravamo indivisibili e destinati a questa grande avventura…ASSIEME.
Arriviamo quindi al giorno della gara.
Licio mi assicura per telefono di essere fuori allenamento e fuori forma (letteralmente: “son sbonfo”). Si presenta il giorno della gara asciutto come un’acciuga e con una bici con tanti upgrade che…Nino..nasconditi.
“Bon” – penso – “quest’anno ho fatto due volte il millino di dislivello, son una vecia leggera… ce la farò!”.
In zona partenza mi metto in posa per due foto, sparo due cazzate delle mie solite e via in griglia. Per evitare assembramenti, si partiva in coppia ogni venti secondi. Chiacchieriamo un pò, vedo quelli davanti scattare via e veniamo ripresi da quelli dietro di noi. Licio mi intima di lasciarli andare e non corrergli dietro come un Jack Russel, ma tra me e me penso: “E chi riva?!”.
La gara prosegue con questo andamento finché, dopo un’ora e mezza mi appare l’immagine della “Morte di chi non si allena” e con essa: lo sconforto.
“Licio…me ritiro…” ma lui in qualche modo riesce a convincermi a continuare. Da li, saranno 4 (lunghe) ore paragonabili a Linda Blair con l’Esorcista: passando dalle bestemmie a tutti gli Dei (pagani e non) fino agli insulti, all’incolparlo e minacciarlo di avermi sulla coscienza.
Pian piano arriviamo sul monte Guaranà (Quaternà. ndR) dove ormai mi passavano persino le “cagoie” visto che avanzavo a mò di serpente ma da li in poi ho avuto anche il mio attimo di soddisfazione personale nella discesa, dove la bici andava sola e io dovevo solo frenare, finalmente!
Arrivati al traguardo, ho ringraziato Licio per la pazienza e lì mi è presa una crisi di pianto perché ormai da 4 ore andavo avanti solo con i nervi perché il fisico mi aveva ormai abbandonato.
Alla fine però devo dire che è stata una bella gara, acida come ai vecchi tempi, con salite toste dove bisogna spingere la bici e discese divertenti. E poi comunque sono 2600m di dislivello per 61 km. Sessant’uno kilometri di sofferenza, ma tra paesaggi bellissimi.”
LIVIO TURITTO