E’ ancora viva nella memoria la recente onta subita dal nostro NapoleonKralj nelle remote terre di Golac, episodio che rimarrà impresso nella memoria storica con il nome popolare de “il tradimento del Taiano”.
L’intero mondo d’occidente era col fiato sospeso in attesa della preannunciata vendetta da parte dell’offeso NapoleonKralj, ma nessuno si sarebbe aspettata invece la contromossa d’anticipo di Re Livio.
Fresco di vittoria, dopo aver arruolato e convertito tra le sue fila un nutrito drappello di nobili locali, Re Livio, a sorpresa ha sferrato un nuovo inarrestabile saccheggio nelle terre Cicere del Conte di Domio impegnato a difendere i confini delle lontane province istriane.
Appena giunte le notizie che NapoleonKralj fosse impegnato sul secondo fronte orientale a combattere la battaglia di TerraRossa nelle campagne di Parenzo, il Re decise che era l’occasione per battere il ferro finché caldo e infliggere un ulteriore colpo nel fianco del condottiero Dean: Golac, Kozina, perfino la rocca di Monte Slavnik era rimasta sguarnita in questa domenica di Pasqua.
Incurante della tregua cristiana indetta dal Papa, Re livio era riuscito a richiamare a se alcuni fidati nobili locali: il Vermilinguo Germanico, il leggendario cavaliere Battig figlio di Battig, Marius di FerroFoglia che già aveva abbandonato il suo Signore durante l’esilio con la scusa di presunte incursioni turche (peraltro mai avvenute), seguito dal suo fido compare di ventura Mauro il Fabbro.
Ma a sorpresa, perfino il giovane Conte Di Dragogna, Raul, era presente tra le fila di re Livio accanto al Visconte di Moccò Carlo Mascia detto “il sardo”, a conferma di quanto esile fosse il giuramento di fedeltà nei confronti del Conte di Domio.
Le truppe armate a cavallo, dopo aver saccheggiato la taverna della donzella Saratoga (ma risparmiando donne e bambini) sono partite all’assalto dei territori sguarniti, spingendosi fin sotto la capitale Golac.
E’ qui che Raul e il Vermilinguo hanno optato per una veloce ritirata forse colti da sensi di colpa, ma più probabilmente seguendo una sorta di diabolico doppio gioco nei confronti delle due parti in guerra.
Il resto dei cavalieri, per nulla intimoriti dalle defezioni, marciarono a passo spedito decisi a piantare il vessillo traditore sulla cima più alta del monte Ostric, forti della profezia dell’amazzone Giuliana che vide in sogno il simbolo della nuova casata sventolare alto sulle terre conquistate.
Poco si seppe di cosa avvenne in quella campagna di ventura, se non ciò che giunse alle nostre orecchie dal verbo dei cavalieri che tornarono alla sera ai loro castelli: “l’impresa è compiuta! Dopo 90 kilometri calpestati sotto gli zoccoli dei nostri cavalli di carbonio, abbiamo piantato il vessillo. Quella terra ora è nostra!”
Un ulteriore batosta subita dal nobile condottiero e Capitano di Ventura NapoleonKralj. Un’ulteriore onta che andrà lavata con il sangue e il sudore sui campi di battaglia dello Slavnik. I reggimenti si stanno schierando. I villici si stanno barricando nelle loro capanne, le donne stanno raccogliendo scorte di viveri in attesa della tremenda vendetta che lacererà quelle terre, messe a ferro e fuoco dalle orde di cavalieri che si scontreranno a breve. Tenete a mente questa data: 5 maggio anno domini 2019, data della battaglia decisiva.
Il Re è caduto? GIAMMAI!