Terzo e ultimo articolo riguardante la domenica di gare del 16 settembre. Dopo Valamar e Rampigada Santa è il turno della 3Epic alla quale hanno partecipato Piero Boldrini, Riccardo Ieserscech, Fabrizio Deluisa e SalzkammerEzio Gorella.
Tre le opzioni di percorso che si potevano scegliere in questa gara, c’era la 90Km, la 70Km e la 60Km. Il campionato mondiale Marathon UCI 2018, corso il giorno prima di sabato, per gli uomini ha previsto un percorso da 102Km e 4200m di dislivello, mentre le donne Elite si sono cimentate sulla distanza da 89Km e “soli” 3400m di dislivello. Tra gli uomini, ha vinto il brasiliano Henrique Avancini mentre per le donne è stata Annika Lagvad a tagliare il traguardo per prima.
Nella giornata riservata agli amatori, cioè la domenica 16, Piero Boldrini ha corso la “corta” da 60Km, Fabrizio Deluisa la media da 70Km mentre Riccardo Ieserscech ed Ezio Gorella hanno optato per il percorso lungo da 90Km, finendo, rispettivamente:
Ezio Gorella in 6:45:24.95
Riccardo Ieserscech in 7:25:27.75
Fabrizio Deluisa in 4:22:32.20
Piero Boldrini in 3:27:02.05
Piero: “Inizialmente ero iscritto al percorso lungo, poi dopo aver fatto (almeno per me) diverse gare lunghe per quest’anno, decido che non sarebbe stato poi così disonorevole iscriversi alla gara corta con l’intento di farla in apnea a tutto gas. Detto fatto.
Ad ogni modo, 65Km per 1590m di dislivello non sono proprio da considerarsi cosi “corti” e tantomeno morbidi. Come sempre mi impongo di partire tranquillo e come sempre penso “no sta esagerar, no andar fora giri, no partir in piena, la gara xe lunga” insomma le solite frasi inutili che vengono regolarmente ignorate al fischio di partenza. Il cuore schizza a 180 bpm praticamente subito. Del resto, poco prima del via, nella griglia stavo proprio chiacchierando con quello che ha vinto la scorsa edizione e allo start è partito a tutta: non potevo rimanere indietro!
Dopo qualche minuto ritorno sulle mie FC standard, ma comunque alte, non avendo mai visto meno di 168 bpm nei primi 35 km tutti in salita. Tengo un ritmo alto superando tanti concorrenti degli altri 2 percorsi.
Per un istante ho avuto il dubbio e il timore di aver sbagliato strada non incontrando ancora il bivio previsto. Invece per fortuna ad un certo punto vedo la deviazione. Meno male. Dopo una salita di quasi 1000m di dislivello mi aspetto che ora inizi la discesa! Invece no… ancora salita, ripida e per giunta sconnessa.
Ingaggio il 34/42 alternandolo al 50 ma gli ultimi 500 metri per passare il GPM di Col Varda sembra non passino mai. Finalmente scollino, mi fermo a bere un pò di sali, getto le confezioni di “ciuciotti” e il personale del ristoro mi incita gridando che il settimo è pochi secondi avanti….il settimo?? Cioè vol dir che son ottavo?!
inizio la discesa consapevole che probabilmente qualcuno mi passerà ma cerco comunque di guidare bene e composto. Non fare stupidaggini. La discesa è lunga, un single track con fango e radici, non proprio facile.
Qualcuno mi passa ma comunque mi difendo bene perché mi accorgo che non andavano poi tanto più forte. All’ingresso di un altro single track con tornante, un fenomeno pensa bene di superarmi sull’interno, in uno spazio dove passava a malapena una bici. Risultato: per terra tutti e due!
Con fare pure incazzato mi manda a quel paese e mentre rimonta in bici per ripartire gli grido in pefetto dialetto triestino: “Scolta cocolo… el telefono, i soldi, la carta d’identità che te ga perso te li lasi qua o te li vol?”
Così faccio anche la buona azione di raccogliergli la custodia con le sue cose e gliela lancio. “Va va pur avanti”, tra me e me, “che tanto se vedemo dopo co te torni indrio”. Per dovere di cronaca, dopo che gli ho restituito il telefono mi ha ringraziato a malapena.
Proseguiamo la discesa verso Pralongo che riporta alla ciclabile con l’obiettivo di riprendere quei quattro, compreso il simpaticone. Appena entro in ciclabile, butto giù cinque scatti di cambio e via col 34/10. Da qui in poi raramente ho usato altri rapporti. Spingo tutto quello che posso e pian piano i quattro si materializzano e vedo LUI…il simpaticone…lo passo con disprezzo dandogli la falsa speranza di poter stare in scia. Illuso.
Giù tutto quello che avevo e vado a prendere gli altri 3. Due sembravano più giovani mentre l’altro era un M4 come me, quindi ho pensato “ciò no xe finida! Lotta fin la fine”. Invece siamo diventati subito amici e abbiamo collaborato per fare fuori gli altri due che rimanevano anche se plausibilmente loro non ne avevano più.
Giunti al “muro del pianto”, l’ultimo strappo di 350 metri con 60m di salita li ho un staccati e da li ho cercato di gestirmi fino all’arrivo, mantenendoli una cinquantina di metri dietro. Una piccola volata ce la siamo fatta pure noi.
Dopo l’arrivo simpatizzo con il mio nuovo amico Alessandro, beviamo una cosa, ce la raccontiamo, soliti discorsi da dopo gara.
Vado in doccia e prendo il telefono. Carlotta (mia moglie) mi fa : “ma Piero!!! sei arrivato 11esimo assoluto e 1° di categoria!”. “Sul serio???”
Era vero. Alla fine, sebbene non abbiano celebrato il podio di categoria, sono contento di aver scelto questo percorso. I numeri di classifica ovviamente sono indicatore del fatto che i forti hanno scelto gli altri percorsi. Ma ogni tanto ci può stare. A volte è importante essere nel posto e nel momento giusti, per avere un pò di gloria. Alla prossima!”
Piero BOLDRINI
Ezio: “Questa mia predilezione per le gare lunghe a volte mi gioca dei brutti scherzi, come in questo caso. Santa Peppa! Che razza di fatica ho fatto.
In questo bellissimo percorso non c’era un metro tranquillo, una dolce discesa, una salitella regolare da affrontare con un ritmo brucia grassi. No! Ciclabili tipo MotoGP, salite con i Dobermann attaccati al sedere, e discese dove continuavo a ripetermi “non sono io, oggi sono posseduto dal demonio”. Complimenti a chi c’era e a chi si è impegnato. Veramente mi sono divertito a partire da ultimo dell’ultima griglia e poi, finché ho potuto tirare, ho fatto quanto potevo per risalire nella classifica. So che ho dato tutto.
Sinceramente ero curioso di sapere se riuscivo a cavarmela almeno discretamente in questa gara, e nonostante dei piccoli sbagli, sono contento. Stanco, ma contento.
Poi volevo aggiungere una considerazione sui vincitori del mondiale Marathon corso il giorno prima su questo tracciato, con 100km e 4000mt di dislivello. Avete notato chi ha vinto, e le varie alte posizioni? Specialisti dell’XC, certo super professionisti, ma comunque atleti che puntano tutto sulle gare di un’ora e mezza. Qui hanno fatto sfoggio di tecnica e qualità piuttosto che quantità.
Da un po di tempo ci sono delle indicazioni che orientano delle scelte di allenamento del ciclista verso la forza espressa come potenza, inserita costantemente nella programmazione e non la forza ottenuta in palestra, ma la potenza funzionale sulla bici. Avevo intenzione di spendere due righe su questo argomento quando avrei illustrato brevemente come mi preparo per la 200km, ma visti i risultati del Mondiale Marathon non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di attirare la vostra attenzione su questo particolare.
Ora fatemi ritornare a preparare gli articoli che vi servono per fare il grande salto nel mondo dei matti, pazientemente il vostro SalzkammerEzio vi saluta”
Ezio GORELLA
Riccardo: “Guarda. Ho poco da dire. Solo che ad un certo punto, al 13esimo kilometro, ho visto Ezio passarmi con molta nonchalanche. Dico al mio amico di Mestre, che segue gli articoli di SalkammerEzio: “Quel xe e Ezio… el mulo dei 7000!”. Ezio si gira e con un dito alle labbra mi fa: “Ssssh!”… e poi mai più visto!”
Riccardo IESERSCECH