Un ben ritrovati dal vostro SalzkammerEzio .
Avete fatto i compiti a casa come vi avevo scherzosamente chiesto nel capitolo 4?
Se tutto quel discorso era un po duro da digerire vediamo come ve la cavate con questo.
Buona lettura.
Continuo a sorprendermi ogni volta che informandomi riesco a capire un pezzettino in più sul funzionamento del nostro meraviglioso organismo, e rimango affascinato dai vari meccanismi di risposta agli stimoli che abbiamo.
Mano amano che gli abbiamo capiti, anche attraverso sbagli,anche grossi,siamo riusciti ad ottenere grandi cose da noi, minori difficoltà o risultati migliori.
Interessanti sono i meccanismi che il nostro organismo mette in atto per difendersi dagli stimoli che noi gli proponiamo, provate a pensare alla famosa supercompensazione nel l’allenamento, stimoli sempre più grossi o forti ci preparano a sopportarne di ben maggiori. Ma anche la risposta negativa ad una dieta dimagrante mal fatta, che non fa perdere peso ma fa diminuire il consumo interno per sopportare la mancanza di cibo.
Da qui si capisce che per ottenere una buona risposta dal nostro corpo, dobbiamo capire come funziona basandoci su comprovate informazioni anche aggiornate, e magari mettere in cantina i vari – Mi magno do luganighe e vado a razzo -. Poi il funzionamento dobbiamo applicarlo alle nostre particolari esigenze.
Noio …volevan savuar, per fare quello che vogliamo fare, come dobbiamo fare?
A noi adesso interessa capire come tramite l’alimentazione possiamo ottenere di più durante una gara molto lunga, e per molto lunga intendo una gara che ci impegni per più di sei ore. Raccogliendo alcune impressioni mi sono fatto convinto, magari sbagliando ditemelo pure, che fino alle sei ore di gara ci possiamo arrivare tutti senza grossissime difficoltà, sia dal punto di vista degli allenamenti abitualmente fatti, sia dal punto di vista dell’alimentazione. Bastano alcuni piccoli accorgimenti, qualche uscita più lunga, una borraccia in più,le soste obbligate ai ristori, e a parte qualche piccolo cedimento si arriva al traguardo ritrovando in classifica il nostro valore effettivo.
Differente il caso in cui alle prime sei se ne aggiungano varie altre, per non dire tante altre. Qui inizia l’ignoto. È fondamentale centrare l’obbiettivo pena crisi epocali, malesseri, e potenti delusioni. Ora negli ultimi anni la ricerca della performance si è occupata tantissimo dell’alimentazione, in gara ed in allenamento, dando risposte sempre più specifiche alle esigenze degli atleti.
Le cose che scriverò non le dico io, ma studi oramai consolidati, perché tolte varie esagerazioni o fantasie, quello rimane, spiegazioni scientifiche.
Iniziamo con due indicazioni basilari.
PRIMO
Un atleta sotto sforzo non riesce a digerire ed assimilare niente di solido.
Non ho detto ingerire, ma assimilare sotto sforzo.
Ma attenzione se in una gara di tre ore c’è la sbrighiamo con un paio di gel, dando per scontato che il pasto precedente sia stato digerito completamente, e che in una gara fino alle sei ore potremmo ingerire di solido una barretta, una banana, e due biscotti al ristoro, non noteremo niente di strano. Il problema per noi inizia quando aumentando le ore di prestazione sportiva noi pensiamo di alimentarci andando contro il primo punto. Non funziona così. Più ore più cibo, più barrette, o altro cibo solido, perché è ovvio che devo mangiare! Non funziona così !
Nutrirsi si ma non con cibo solido!
Nei primi due casi il cibo solido o non c’è, primo caso, o è troppo poco, secondo caso, per dare problemi, cosa che accade se continuiamo ad ingerirlo. Sotto sforzo, in una gara, e non durante l’uscita con amici, non arriva sangue agli organi preposti alla digestione, rubato in toto dai muscoli. Quello che ingerite di solido, anche se ben masticato viene messo in parte, in attesa, verrà digerito dopo, appena tutto l’organismo si rilasserà. Voi ingerite ma non digerite, e dunque non assimilate. Già in MTB è un casino nutrirsi, se poi non assimilo!
Ed a qualcuno va anche peggio, alla fine o durante la gara, l’organismo per difendersi sta male fino al vomito liberatorio.
I primi due anni al termine della Salzkammergut, nel bagno della pensione dove alloggiavamo, ho spaventato mia moglie e mia figlia piccola vomitando l’anima senza sapere il perché:
Tratto da: “Un anno con papá” di Stefania Gorella. “In quel momento stavo leggendo, ho visto la porta e la luce del bagno aprirsi, ho messo il segnalibro, la testa sotto il cuscino e mi sono tappata le orecchie perché sapevo benissimo cosa stava per succedere, povero papy mi sono immaginata la scena. Purtroppo tapparmi le orecchie e mettere la testa sotto al cuscino non è servito a molto, sentivo tutto. Dopo un minuto papà era a letto e ho ricominciato a leggere“.
Facendomi venire anche il dubbio, che lo sforzo per quella gara fosse troppo intenso e non alla mia portata. Le prime due partecipazioni senza raggiungere il traguardo finale mi avevano fatto pensare all’effettiva fattibilità del progetto. Pensavo – Questa gara è per me, mi piace, ma io sono fatto per questa gara? -.
Le risposte a queste problematiche sono giunte da altri sport, maratone, triatlon, prestazioni fisiche protratte per ore ed ore dove gli atleti hanno notevoli difficoltà ad alimentarsi. Niente cibo solido.
SECONDO
La principale limitazione della prestazione fisica deriva dai problemi ad assimilare gli zuccheri necessari.
Allora, mi servono zuccheri, ma non digerisco niente di solido….allora…?
NOIO…. VOLEVUAN SAVUAR….
Esattamente!
Dodici, sedici ore solo con liquidi, acqua, Coca-Cola, isostad, e vari, per non dire tanti gel. Lo so sembra un po’ strano, ma funziona. Conoscendo le necessità di zuccheri-carburante per ogni ora di gara, si riesce a rifornirsi nella giusta maniera senza complicare la vita al nostro organismo già sottoposto ad un incredibile serie di processi chimici per farci andare il più forte possibile.
Se nell’articolo precedente vi ho consigliato di togliere gli zuccheri aggiunti dalla vostra alimentazione, ora vi indico come fattore determinante per una miglior prestazione possibile, un apporto di zuccheri e solo di zuccheri in forma liquida.
Bisogna dire che non tutti gli zuccheri sono uguali, a seconda delle nostre esigenze dovremmo utilizzarne quello più indicato pianificando l’assunzione. Qualità, quantità, e tempistica. Maltodestrine, glucosio, e fruttosio sono i nomi più usati nei prodotti messi in commercio per sostenere gli atleti sottoposti a degli sforzi protratti per molte ore, ma ci saranno degli approfondimenti da fare, la sola indicazione – versare 3-4 misurini in mezzo litro d’acqua – a noi non basta.
Chimicamente vi saluto.
Il vostro SalzkammerEzio