Amare la Mountain Bike implica indissolubilmente amare anche la natura e il territorio calcato dalle nostre ruote grasse. Quando la natura si trasforma in pattumiera a cielo aperto, il senso civico, etico e morale prende il sopravvento prima ancora della rabbia nel dover assistere ad una simile violenza nei confronti del nostro beneamato Carso.
Già da quest’inverno si iniziavano a vedere lungo il “Bigolo di Draga” (il single track più trafficato del Carso triestino) vestiari e spazzatura abbandonata dai cosiddetti “clandestini della rotta balcanica” che entrano illegalmente in Italia attraversando i boschi sloveni bivaccando di nascosto lungo i sentieri meno battuti dai trekker locali.
Ma si badi bene che il fenomeno è ben più esteso e copre almeno l’intera area carsica che da Pesek scende verso il centro di Trieste lungo quella che è dichiarata come Riserva Naturale Protetta della Val Rosandra.
Da un paio di mesi a questa parte, la situazione si è fatta allarmante. Se prima erano un paio di vestiti o un paio di scarpe abbandonati a bordo strada, ora i sentieri carsici sono stati trasformati in vere e proprie discariche a cielo aperto e il “bigolo di Draga” è diventato ben presto impraticabile e simbolo dello scempio che sta pian piano dilagando nel nostro territorio.
Il tam tam dei social e i giornali hanno portato recentemente alla luce il fatto e non ci soffermiamo a commentare quanti tendono a minimizzare il problema (perché di “problema” si tratta) ma dopo l’ennesima delle nostre consuete scorribande in MTB schivando zaini, coperte, scarpe, mutande, scatolette di tonno, calze, fazzoletti sporchi di merda, bottiglie di plastica, qualcosa è scattato e il gruppo MBC Trieste si è mobilitato decidendo di riportare almeno il “bigolo di Draga” al suo perduto splendore: il bigolo s’ha da ripulire!
In due e due quattro abbiamo sparso la voce tra i membri, abbiamo creato una pagina Facebook, abbiamo pianificato evento, giorno, orario e luogo. Armati di forconi (non per linciare chi se lo meriterebbe, ma per ripulire la loro sozzeria), guanti in lattice, mascherine e soprattutto sacchi neri, in meno di un’ora e mezza in 8 volenterosi abbiamo raccolto più di 30 sacchi di spazzatura, contattato il Comune di San Dorligo della Valle e concordato il deposito a bordo strada per il seguente ritiro del materiale raccolto.
Forse sarà stato anche solo un intervento simbolico ma il risultato ottenuto è tangibile perché ora il bigolo è ritornato al suo stato originale ed è calcabile nuovamente da tutti i ciclisti triestini, nella speranza che la situazione si preservi il più a lungo possibile.